5 REGOLE D’ORO PER LA QUARANTENA di Walter Prete
«Sai che cosa mi fa schifo? Il vino. Se siamo ad una cena importante lo bevo, ovviamente, mica posso ordinare una coca-cola davanti ai colleghi. Però per bere devo fare finta che sia una coca-cola. Anzi, mi cerco l’etichetta su internet e dico due parole per far bella figura e così spesso riesco a convincere gli altri che sono un appassionato».
Non sono parole mie. Chi mi conosce lo sa che non avrei mai potuto dire una cosa del genere.
È la confessione di un amico. (Tranquillo!) Non svelerò il nome del disgraziato, perché di veramente interessante, qui, più che la sua identità, c’è questo atteggiamento, a ben guardare eroico.
C’è chi, ad una cena, comincia a farti l’elenco del perché non mangia questo e quello (e magari anche del perché non dovresti mangiarlo tu, proprio mentre sei lì con la forchetta in mano) e chi, invece, semplicemente fa finta di niente, sta in compagnia, finge che sia coca-cola, magari muore dentro, ma non ammorba gli altri.
Il preambolo è stato lungo, ma mi serviva per introdurre la breve rubrica di consigli che voglio darti.
L’idea è quella di scolarsi questo amaro calice della quarantena semplicemente fingendo che non sia quello che è. Forse lo stai già facendo da settimane, anche io lo faccio. Ma adesso è arrivato il momento di upgradare, guadagnare consciousness ed entrare nel giusto mindset per raggiungere dei risultati davvero straordinari in fatto di derealizzazione, distopia e autoconvincimento!
Pronto? E allora cominciamo con le CINQUE REGOLE D’ORO PER LA QUARANTENA!
N° 1. Una crisi non è una crisi!
Abbiamo cominciato nel 2007 ad appendere i poster e a condividere on line le citazioni di Einstein che spiega come ogni crisi possa nascondere delle magnifiche opportunità.
Oddio, forse la crisi del 2007 è stata solo particolarmente abile nel nascondere le sue preziose opportunità: le cercavamo invano da più di una decina d’anni, ma ora poco importa. Abbiamo una nuova crisi e, di conseguenza, nuove possibili opportunità da snidare!
Il filosofo, matematico e saggista britannico Bertrand Russell (1872 – 1970) ideò la metafora del famoso tacchino induttivista, per spiegare come non possiamo mai sapere quale piano è preparato per noi, al di là della nostra ristretta esperienza del mondo.
Il tacchino di Russell vive in una gabbia. Il primo giorno della sua reclusione riceve del cibo. Il giorno dopo ancora. Poi di nuovo. E ancora e ancora e ancora, così che il buon volatile si convince di avere dati sufficienti per dedurre che la sua vita sarà sempre così, che gli allevatori sono degli esseri generosi e che l’allevamento non è per niente male.
Le convinzioni del tacchino cessano la mattina della vigilia di natale.
Insomma, ok: la quarantena è quello che è. Ma da quello che oggi ci sembra cattivo può venirne domani qualcosa di buono.
Oppure no. Come nel caso del tacchino. Chissà!
N° 2 … sempre vestiti e pettinati!
Per me è facilissimo. Tanto più che devo solo vestirmi e da pettinare, al massimo, ho la barba.
Ma, insomma, avrai capito quello che intendo: la regola d’oro è quella di non perdere il decoro. Mai! Il tuo corpo ha una sua speciale intelligenza cieca. Se gli fai credere che tutto continui come sempre, lui ti terrà al riparo da tracolli emotivi, svaccamenti e disturbi ciclotimici.
Ovviamente questo vale anche per la casa. Anzi ora più che mai, visto che -volente o nolente- ci devi trascorrere la quasi totalità del tuo tempo. Potrebbe sembrarti uno spreco di tempo, detergenti e bellezza.
Perché? Credi forse che i fiori non sboccino lo stesso, anche nel fondo di un burrone dove nessuno può vederli?
E allora, forza! Hai tutta/e la/e giornata/e libera/e: questo significa che potrai trascorrere l’intera mattinata a fare toletta come una prostituta nel boudoir di un bordello dell’Ottocento! Favoloso, no?!
N° 3 … il fitness non si ferma!
Fa il paio con il punto precedente. Questo però ha dalla sua il fatto che ti permetterà di sfiancarti e, quindi, di addormentarti più facilmente.
Va bene, proprio il mese scorso avevi speso 350 € di palestra per arrivare pronto all’estate. Pazienza, per quest’anno è andata.
Ma in fondo, caro tacchino, mettiamola così: -verosimilmente- quante volte ci saresti andato?
Invece di fronte allo yoga o al workout indoor non hai scuse: milioni di tutorial (anche gratuiti) inondano il web e, se fino a ieri non era possibile fare a meno di quel macchinario specifico che avevano solo in palestra, da oggi nuove e ancora più accurate ricerche dimostrano che nulla fa rima con ipertrofia muscolare quanto due casse d’acqua e un tavolino!
N°4 … il lavoro non si ferma!
E vorrei pur ben vedere! Una volta che ti vesti, ti pettini, fai esercizio, rimetti in ordine casa … direi che, pur di mostrare al mondo quanto tu sia un campione, se pure un lavoro non ce l’hai, apri una start-up in 24h! Non lo neghiamo: su zoom o su skype o su qualunque altra piattaforma ti sia capitato di smartworkare in questi giorni avrai dato un’occhiata alla casa dei tuoi colleghi e a come sono ridotti. Niente sensi di colpa: lo fanno anche loro!
E credo che anche questo possa essere una nuova forma di sana competizione che avrà risultati non secondari sulla produttività dei lavoratori smart.
Pare che ci sia chi ha ordinato dei fondali stampati retroilluminati che riproducono interni di design pur di non sfigurare con i colleghi. Sai cosa dico a costoro? Ben fatto, ragazzi! Io sono con voi!
Del resto, con una media di 7 videocall al giorno (in queste non rientrano le sex chat, per il cui traffico anche è da considerarsi un naturale incremento!) uno non può mica star lì a ripulire a ogni momento i ripiani e a sprimacciare i cuscini!
Arriverà anche il giorno in cui qualcuno si porrà il problema di doverti rimborsare almeno la ricarica dei giga, ma ora testa bassa e a lavorare. La nostra epoca ci reclama pratici e organizzati. Anzi, avremo veramente vinto contro la quarantena solo quando, per stare dietro a tutto quello che dobbiamo fare, ci toccherà di mettere comunque la sveglia alle 6.00.
E, credetemi, ci siamo quasi: lo sento che non manca molto!
N°5 … il buon umore non si ferma!
Telefonate, videochat, gruppi whatsapp, incontri occasionali con conoscenti mentre sei a fare la spesa… ogni occasione è buona per dire due parole su quanto inarrestabile sia la tua voglia di fare, la tua speranza in un mondo migliore e la tua capacità di adattarti e imparare dalle situazioni di crisi.
Poco importa che tutto ciò sia vero. Ricordi il mio amico che schifa il vino ma finge che gli piaccia quando sta con gli altri?
Dovremmo imparare tutti da lui: ne guadagneremmo tanto.
Proprio così: il mondo è di chi lo afferra a piene mani e non fa troppo il difficile e, soprattutto, di chi non si lamenta. Non per sé, ma per gli altri, per tutti quegli altri che avrebbero ognuno il loro buon motivo per schifare la birra, il contorno, la cottura della carne, la musica … perché, in alcune situazioni, lamentarsi significa legittimare tutti gli altri a farlo.
Ci pensavo l’altro giorno. In fila davanti al supermercato saremo stati in una ventina, e tra l’uno e l’altro c’era la stessa, regolare, distanza. Di colpo non eravamo più delle persone, ma tessere di un domino -hai presente?- : una mano grande eppure invisibile ci aveva disposti a distanza regolare. Il parcheggio del supermercato era fitto di sguardi muti, e a me è sembrato proprio come quando si attende il ‘tac’, terribile eppure liberatorio, del crollo di quella prima tessera che a catena butterà giù tutto il domino.
Non è crollato nessuno.
È quello che provo a fare anche io ogni giorno (con risultati forse discutibili). Provo a non permettermi il capriccio egocentrico del crollo; perché sono in tanti quelli che ne avrebbero diritto più di me.
Perché ognuno sente di averne diritto più degli altri.
Perché piacerebbe a tutti, adesso, sclerare e, per una volta, sapere già da prima di avere la perfetta comprensione di tutti quanti.
Invece no! Quando senti i tuoi genitori , i tuoi amici o il tuo amore, che non li vedi da più di un mese, schiarisci la voce un secondo prima di aprire la telefonata, parla a un volume un po’più alto del normale (darai coraggio a te stesso e a chi è dall’altra parte), ditevi che va tutto bene, che i numeri sono in calo, che il peggio sembra passato. E che anche oggi hai sperimentato una nuova ricetta che non vedi l’ora di fargli/le assaggiare, non appena si potrà.
Non aver paura di sembrare cinico, superficiale, insensibile … quello che non dici lo capisce pure un bambino.
Il perché non lo dici, invece, lo capisce benissimo ogni adulto.
sempre un piacere passare tra le tue righe… grazie Walter Prete
Grazie Sonia.
Tornerà il momento per ritrovarci e riabbracciarci. Intanto un saluto a te e a voi. <3
Grazie Sonia, e speriamo di poter tornare presto ad incontrarci e a riabbracciarci. Un saluto a te e a voi. <3